imparare flamenco | Mosaico Flamenco https://mosaicoflamenco.com Il portale italiano della cultura del flamenco Mon, 30 Jul 2018 16:51:21 +0000 it-IT hourly 1 Le basi del Flamenco https://mosaicoflamenco.com/le-basi-del-flamenco/ Mon, 30 Jul 2018 16:49:58 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=340 La struttura dell’arte flamenca Sulle origine del flamenco molto è stato detto e scritto. Ma dal momento che ci troviamo di fronte ad un’arte molto vasta sia in ambito artistico che geografico, caratterizzata inoltre,...

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La struttura dell’arte flamenca

Sulle origine del flamenco molto è stato detto e scritto. Ma dal momento che ci troviamo di fronte ad un’arte molto vasta sia in ambito artistico che geografico, caratterizzata inoltre, almeno sino ad un certo punto, dalla tradizione prettamente orale, niente può essere innalzato a scienza esatta. Il corretto approccio è bensì considerare una serie interminabile di congetture, interpretare il retaggio culturale ancora forte e presente in queste regioni e analizzarlo con uno sguardo antropologico.

Una delle prime cosa da tenere in considerazione è la dominazione araba nella penisola Iberica, durata quasi otto secoli, con i centri del potere e della cultura nel sud del paese, il califfato di Al-andalus, che ebbe come capitali le città di Cordoba e Granada.
Lo stile del canto moresco, con i suoi lamenti, la tipica modulazione vocale, unito alle romanze castigliane che dal nord si diffusero nel sud della penisola, a partire dal XV secolo, di pari passo con la riconquista, andò formando lo stile canoro denominato ‘Cante Andaluz’.
Molti attribuiscono la creazione del flamenco al popolo gitano: sebbene il suo ruolo sia stato importantissimo nell’evoluzione di quest’arte, relegarla a produzione esclusiva di coloro sarebbe ingiusto e storicamente errato. L’influenza gitana è stata comunque fondamentale nello sviluppo del flamenco, ma non tanto da prescindere da molti altri fenomeni e correnti musicali già esistenti e radicati nel territorio.

I gitani, per loro tradizone, furono un popolo errabondo, e vennero scacciati da tutti i paesi per il loro modo di vivere. In Spagna entrarono agli albori del XV secolo attraverso la Catalunya; alcuni si fermarono a nord ed altri precedettero verso sud, fermandosi nella parte occidentale dell’Andalucia, nelle provincie di Siviglia e Cadiz. Altre versioni indicano una loro provenienza dall’Africa, in seguito alla loro espulsione dall’Egitto: quindi questa teoria presuppone un’entrata nella penisola Iberica da sud, una delle ipotesi a difesa di questa tesi è che la definizione gitano derivi da -egipciano-.
Tralasciando però queste congetture che fanno parte di un periodo storico precedente a quello che vogliamo sviscerare in questo approfondimento, ciò che realmente interessa è spiegare che i gitani hanno senz’altro diffuso il Flamenco a partire dalle zone in cui si stanziarono prima di tutto, cioè Cadiz e Siviglia, per poi diffonderne le forme primitive con le loro migrazioni in Andalusia.
Dove essi arrivavano ad insediarsi, col tempo, mescolavano i loro stili di produzione artistica con quelli autoctoni della zona, dando luogo a nuove forme ed evoluzioni che a loro volta sarebbero migrate verso nuove terre in un’interminabile e continuo rimescolamento culturale che attraverso i secoli e le migrazioni nella geografia andalusa ha dato forma e base ai vari stili del flamenco arrivati fino ai giorni nostri e oggi denominati ortodossi.

Si può incominciare a dire che il Flamenco nasce primordialmente come canto e che esistono due tipi di flamenco primordiale: quello dei contadini andalusi poveri e sfruttati e quello dei gitani erranti e perseguitati. Il punto che li accomuna è sicuramente la sofferenza, sentimento che è alla base della cultura flamenca. La voce umana è sicuramente il primo e più spontaneo strumento musicale, lo strumento intorno al quale si creò tutto l’impianto del flamenco.

Il canto più antico di cui si ha conoscenza è la Tonà, che fa parte dei palos basici, senza compas né accompagnamento.

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Consigli pratici :

Forse ti sarai dimenato in disco con gli intramontabili pezzi dei Gipsy King… Può essere un inizio, ma diciamo che vengono considerati quantomeno un fenomeno limitrofo al flamenco, se non addirittura, dai più cabales, antiflamenchi oltre che dannosi. Ricordiamoci che sono stati un fenomeno ultracommerciale e che di loro non si parla più da circa un decennio, se sono stati intelligenti si saranno comperati un’isoletta !

Forse sarai anche andato a vedere uno spettacolo del mitico Joaquin Cortes… può starci, Joaquin Cortes è un gitano, viene da una scuola classica, conosce con grandissima profondità il flamenco che è parte inscindibile della sua gente e del suo sangue… semplicemente ha deciso di fare altro, quando Joaquin Cortes deciderà di tornare al flamenco lo aspetteremo tutti a braccia aperte !

Piccola digressione, i gitani, -antropologicamente parlando- la camicia se la strappano per motivi seri: come per festeggiare la verginità della sposa, o magari prima di darsi una coltellata… e non per buttarla in pasto a un orda di sbarbine deliranti.

Ed ora parliamo di flamenco:

Il flamenco è qualcosa di veramente antico e ancestrale… in queste pagine puoi scoprirne la storia, puoi iniziare a renderti conto che è un’arte talmente vasta che una sola vita non può bastare per conoscerla in ogni sua piega.

Ma se stai iniziando, non andare a comperare i dischi degli artisti storici degli anni ’30, ’40 o ’50, non perché non siano flamenchi, sono flamenchissimi, ma forse sei tu a non essere ancora abbastanza abituato alle sonorità del flamenco da poterli comprendere… non disperare e continua a leggere per favore !

Esiste nelle più grandi catene italiane (Messaggerie Musicali, Ricordi, Virgin,  Mondadori, Feltrinelli, Fnac, anche se da fnac sono messi un po’ meglio) nelle sezioni etnic & world music una serie di spazi denomitati ‘Flamenco’. Nella maggior parte dei casi bisognerebbe aggiungere la dicitura ‘Spazzatura’, o a scelta trash, junk o punk, per denominare la quasi totalità della roba che viene commercializzata lì dentro, con titoli evidentemente scelti a caso da addetti inesperti o mandati da case discografiche criminali che pubblicizzano artisti sconosciuti (che avranno firmato un contratto di -schiavo a vita-), oltre che mediocri.

Quindi, se quello che vuoi è Flamenco, non comperare niente con la dicitura ‘flamenco chillout’ o ‘flamenco light’ o roba del genere: tra questa roba e il flamenco ci passa la differenza che c’è tra un big mac e una fiorentina alla griglia! -se preferisci il big mac esci immediatamente da questo sito per favore-

La cosa comunque sta lentamente migliorando, è per quello che consigliamo a chi non abbia un negozio di flamenco di fiducia sotto casa (lo stivale intero pare esserne pieno) di andare quantomeno da fnac, che è una catena francese da molti anni ben radicata anche in Spagna… abbiamo trovato un effetto positivo della globalizzazione!

Fondamentale nel tuo percorso di avvicinamento al flamenco è anche la cultura musicale di riferimento dalla quale arrivi, per sceglierti il ‘tipo di flamenco’ che potrebbe piacerti e che potresti ascoltare in un primo momento: difatti negli ultimi quarant’anni è cresciuta tutta una generazione di grandissimi artisti flamenchi che ha portato il flamenco in ogni angolo del globo sperimentando e creando fusione col jazz, col blues, con la musica latina, con la musica araba, con la musica indiana e con molti altri generi ottenendo veramente dei grandissimi risultati. Questa nuova generazione, oramai ampiamente matura, in un primo momento venne molto criticata dai genitori -sono quasi tutti figli d’arte dei vecchi flamenchi tradizionali che hanno sempre predicato il flamenco puro per il quale abbiamo un grandissimo amore, oltre che rispetto-, ma c’è da dire che se il flamenco non si fosse evoluto probabilmente sarebbe un’arte moribonda o comunque relegata a pochissimi intenditori.

Quindi riassumendo, per avvicinarsi al flamenco :

*Avvicinarsi attraverso sonorità e stili che in parte possano già esserci familiari e, come in qualsiasi cosa che ci è nuova, non cominciare dalle cose troppo antiche, che sono un po’ ostiche e complicate: faremmo fatica a comprenderle.
*Evitare le registrazioni delle feste di paese e di conseguenza i titoli tipo ‘Las Mejores Sevillanas Rocieras’, o ‘La Hermandad de La Virgen de la Macarena canta los mejores Fandanguillos de la romeria’: Questa roba, piacevolissima da vivere e da ascoltare durante le feste, fa parte del folklore andaluso e non del flamenco. Molto spesso trattano temi legati alle feste religiose e per noi potrebbero essere di squisito interesse… antropologico! Ricordatevi che se tra spagnoli e italiani ci si definisce ‘cugini’ molto è dovuto alla similitudine culturale e geografica che c’è tra i rispettivi sud e nord dei nostri paesi, non esistono altre due culture al mondo con una simile analogia. Se vuoi quindi farti un’idea di come potrebbero essere gli spagnoli al sud pensa alla nostra gente della Campania, della Calabria, delle Puglie o delle isole; cosiccome molto probabilmente in un catalano o un basco riconoscerai il lombardo o il piemontese.

Tornando alla musica :
*Evitare, come già detto, tutto ciò che viene propinato come similflamenco, Ottmar Liebert compreso! C’è chi è convinto che il flamenco sia una cosa troppo dura: non è così, fidatevi, esistono stili che una volta che li conosci e li apprezzi, come il cante jondo, hanno la capacità di strapparti le budella o farti mettere a piangere; così come esistono stili, come bulerias, alegrias e cantinas, sincopati e allegri che ti fanno entrare il ritmo nel sangue; altri generi come i fandangos che ti fanno scoprire le radici dell’anima rurale andalusa.

Concludendo questi sono i dischi che ti consigliamo:

Paco De Lucia

Paco De Lucia

L’ultimo lavoro di quello che è considerato il più grande maestro di tutti i tempi, in questo disco si sbizzarrisce dando fondo alla sua creatività. Se il tuo interesse è per la chitarra, per avere un’iniziale idea del lavoro di Paco altri dischi che dovresti ascoltare potrebbero essere ‘Luzia’ più melodico e orecchiabile,  ‘Zyryab’ che è un disco di grandissimo impatto. ‘Siroco’ che è forse considerato dagli ‘addetti’ il più grande disco di Paco de Lucia, vale la pena sicuramente averlo, anche se, torno a dire, Zyryab è più adatto ad un pubblico non prettamente flamenco; vi partecipa il grandissimo pianista jazz Chick Corea.

discografia flamenca Paco De Lucia

Paco De Lucia

Bisogna considerare che Paco ha inciso almeno una ventina di dischi solo per quanto riguarda il suo lavoro in ambito flamenco…come detto queste proposte sono una piccola scelta per neofiti all’interno del lavoro di uno straordinario artista con una carriera che dura da oltre un cinquantennio.

camaron

camaron

Camaron non può non essere ascoltato se si ha la pretesa di addentrarsi nel flamenco. Anche se, come primo ascolto, può risultare come un pugno nello stomaco. Avendo però un’idea di Camaron e Paco possiamo tracciare una prima linea di suddivisione tra il flamenco ‘antico’ (fino agli anni ’60 del novecento) ed il flamenco odierno. Camaron e Paco sono stati precursori di questo rinnovamento. ‘Potro de Rabia y Miel’ è il suo ultimo disco. Vale la pena dare un’occhiata alla sua biografia.

 

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