Arte flamenca | Mosaico Flamenco https://mosaicoflamenco.com Il portale italiano della cultura del flamenco Mon, 12 Apr 2021 17:59:32 +0000 it-IT hourly 1 La struttura dei palos: Tientos https://mosaicoflamenco.com/la-struttura-dei-palos-tientos/ Mon, 30 Jul 2018 17:42:51 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=371 Tientos Caratteristiche del palo Il Tientos ha ritmica in 4/4, ed è simile ad un Tangos, più lento e solenne. Si suona su scala andalusa. Tutti gli autori concordano sul fatto che sia nato...

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Tientos

Caratteristiche del palo
Il Tientos ha ritmica in 4/4, ed è simile ad un Tangos, più lento e solenne.
Si suona su scala andalusa.
Tutti gli autori concordano sul fatto che sia nato prima il Tangos, anche perché in molte culture musicali nasce per prima una variante più leggera e ritmata e poi ne deriva una più lirica e “profonda”.
Il Tientos è un cante di comparsa relativamente recente: nacque alla fine del secolo XIX o all’inizio del secolo XX, su modello del Tangos, del quale adotta lo schema tradizionale di struttura delle strofe, i toni “por en medio” della chitarra e l‘apparato ritmico di base, che viene però reso più estatico e solenne.
Si dice perciò che il Tientos sia il tentativo di avvicinare il Tangos al Cante Grande, al Cante Jondo.
Probabilmente un giorno un artista ha provato a rallentare sempre più la velocità del Tangos, suonandolo appunto “con tientos”, con tatto, con cautela, ispirandosi all’atmosfera di lamento e di frenesia trattenuta di alcuni palos più Jondos. Forse qualcuno ha voluto creare un Tangos che avesse il peso solenne della Soleá.
Comunque sia stato, è un dato di fatto che il Tientos, che deriva logicamente dal Tangos, in realtà non ne ha assolutamente i colori festeros, creando anzi un’atmosfera che ricorda la Soleá, o la Siguiríyas.
Alcuni sentono nel Tientos echi di influenza Cubana o Argentina.
La differenza più evidente fra Tangos e Tientos è che los Tangos si caratterizzano per un ritmo marcato, leggero e rapido, mentre los tientos usano un compás con più pause e un fraseggio più largo, di carattere solenne e lirico, dal ritmo più lento. La chitarra sostiene lo stesso accordo per 8 tempi anziché per 4 tempi come  accade nel Tangos, cosa che crea un’atmosfera più sospesa e nostalgica.
Il contenuto delle letras por tientos è lirico, drammatico, per assecondarne la solennità della cadenza. Il modo di cantare por Tientos deve dare risalto all’interpretazione.
Il tocaor accompagna il cante in modo non troppo marcato ritmicamente, sottolineando la linea melodica con disegni e abbellimenti sugli accordi creati soprattutto con il pollice sulle corde gravi dello strumento.
Versi e melodie di tientos e di tangos sono abbastanza intercambiabili, anche se alcuni sono per tradizione adatti a una sola forma.

Ad esempio, questo verso è por tientos, composto di quattro versi ottosillabi:
Te voy a meter en un convento
que tenga rejas de bronce
pa’ que tú pases fatigas
y de mi cuerpo no goces
(ti metterò in un convento con cancelli di bronzo, affinché tu faccia la fatica di non godere del mio corpo)

 

Una tipica letra por Tientos può essere così strutturata:
Introduzione del cante, ad esempio “Que tenga rejas de bronce” che può durare 1 o 2 compases. Di solito si canta quello che sarà il secondo verso della letra vera e propria.
1 compas di corte in cui il cantaor respira e il bailaor esegue suoni.
4 compases per cantare i 4 versi (vedi l’esempio riportato)
Ripetizione degli ultimi due versi su altri 2 compases.

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La struttura dei palos: Soleá por Bulería https://mosaicoflamenco.com/la-struttura-dei-palos-solea-por-buleria/ Mon, 30 Jul 2018 17:40:11 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=369 Soleá por Bulería Questo cante viene spesso chiamato in modo diversi: Bulería por Soleá, Soleá por Bulerías, SoleaBulería, Bulería pa’ escucha’, Bulería al golpe. Non si tratta di una Soleá interpretata con un ritmo...

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Soleá por Bulería

Questo cante viene spesso chiamato in modo diversi: Bulería por Soleá, Soleá por Bulerías, SoleaBulería, Bulería pa’ escucha’, Bulería al golpe. Non si tratta di una Soleá interpretata con un ritmo più leggero e rapido (infatti la melodia della Soleá è molto diversa), ma di una Bulería lenta, tanto è vero che anticamente, nelle prime incisioni discografiche sui cilindri di cera, veniva sempre presenta come Bulería.
Si può considerare l’anello mancante fra la Soleá e la Bulería, sia dal punto di vista dell’atmosfera che da quello della velocità. Condivide con ambedue la struttura ritmica. Mantiene la profondità ed il compás della Soleá, prendendo a prestito la leggerezza della Bulería. Il risultato è un cante con grande tensione e profondità. Ha un ritmo incalzante, che crea una tensione, un clima di mistero, come a dire  “vorrei ma non posso, non voglio ma devo”. Si adatta molto bene alla forza del baile maschile, ma viene interpretata univerasalmente da uomini e donne. Magistrale nel genere è l’interpretazione di Juana Amaya.
Il termine Bulería è una deformazione gitana del castellano burlería, burla. Il cante por Bulería è infatti molto scherzoso, ironico.
Storicamente, le Bulerías nascono a metà dell’800, precisamente nel quartiere di Santiago a Jerez de la Frontera, intorno alle famosissime Calle Nueva e Calle Cantarería di cui si canta in varie letras, prendendo il compás dalla Soleá.e rendendolo più leggero, forse con il fine di accompagnare i bailes spontanei della gente.
Probabilmente nasce come estensione e sviluppo della parte con cui viene terminato il cante por Soleá.
La tradizione gitana accompagnò la danza popolare di festa con coplas di Soleá, adattandone le melodie e la ritmica, dando origine alla Bulería gitana, che spesso viene chiamata jaleo, jaleíllo o jaleo por Bulerías, o anche Soleá por Bulerías.
La Bulería, dice Manuel Ríos Ruiz, è ironia e satira del gitano fatta grazia.
Esistono tantissim diversi stili di Bulerías, con parecchie varianti locali. Genericamente si possono distinguere due famiglie di Bulería: “Bulerías festeras”, finalizzate al baile, e “Bulerías al golpe”, finalizzate al cante, centrate sul cante, che solitamente si chiamano Bulerías por Soleá o anche Soleares por Bulerías.
Le “Bulerías festeras” spingono alla danza, e parlano di temi scherzosi se non decisamente piccanti, mentre le  “Bulerías al golpe”, anche dette ““Bulerías pa’ escuchá”, dedicate all’ascolto, non sono nate per la danza, anche se da diversi anni vengono frequentissimamente inserite nel repertorio dei bailaores.

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Struttura dei palos: Tango https://mosaicoflamenco.com/struttura-dei-palos-tango/ Mon, 30 Jul 2018 17:37:33 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=367 Tango Il Tango è tradizionalmente un cante con copla di 3 o 4 versi ottosillabi, come la maggior parte dei palos flamenchi, ed è sicuramente uno degli stili più importanti ed antichi del flamenco....

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Tango

Il Tango è tradizionalmente un cante con copla di 3 o 4 versi ottosillabi, come la maggior parte dei palos flamenchi, ed è sicuramente uno degli stili più importanti ed antichi del flamenco. Si possono aggiungere ritornelli alla strofa principale, cosa che si sente molto di frequente, come avviene anche por alegrías.

E’ un palo in cui la componente ritmica è estremamente importante, e costituisce, insieme con la bulería, l’anima della festa flamenca.

Il suo ritmo vivace e molto ben scandito, in 4/4, rende il tango moto adatto alla danza, brillante ed espressivo.

I Tangos (come i Tientos) si suonano solitamente su scala andalusa, ma anche su scala maggiore e su scala minore, e a volte accade che nello stesso brano vengano cantate letras su scale diverse.

Si suonano “por medio” (la, si bemolle, re minore, do7), e qualche volta “por arriba” (mi, fa, la minore, sol7). A volte si usano anche altri toni, come mi7 o sol minore

Di grande importanza nello sviluppo del palo sono state le innovazioni di Camarón de la Isla: il tangos ha acquisito, grazie al grande cantaor, il carattere informale e aperto della bulería, diventandone quasi un “cugino“ binario.

Etimologia del termine Tango

L’etimologia del nome è ancora oscura: sono state avanzate moltissime ipotesi, ma nessuna risulta convincente.

Il termine Tango è un vocabolo tipico della lingua spagnola, e indica parecchie divese realtà musicali, compreso il Tango Argentino o il Tango europeo, il Tango Finlandese… la confusione risulta quindi inevitabile. L’unica parentela fra i diversi generi è la coincidenza di nome, e risulta evidente che il tango flamenco non ha nulla a che vedere con il tango argentino.

Il nome ha un’origine onomatopeica, da “tang”, suono percussivo, rimbombo, ed è forse connesso con l’etimologia latina, con il verbo tangere, toccare.

Il termine tango si riferisce anche ad una danza, ballata sul tamburello durante le feste dei neri, tipica di alcune zone delle isole Canarie e soprattutto dell’ isola di Hierro.

Il tango andaluso è stato anche chiamato tango gitano o tango flamenco, proprio per differenziarlo dal tango argentino e per sottolineare l’origine gitana dei suoi esecutori migliori.

Il termine Tango appare per la prima volta in un’opera, il capitolo “Bailes de Cádiz” del manoscritto “Apuntes para la desocupación de la ciudad de Cádiz”, di D. F. De Sisto, dell’anno 1814, come sinonimo di festa e riunione di danza della gente di Cadice.

Analogie e differenze con los tientos

La differenza più evidente fra Tangos e Tientos è che los Tangos si caratterizzano per un ritmo marcato, mentre los tientos usano un compás con più pause e un fraseggio più largo, allungando e recuperando continuamente, cosa che crea un‘atmosfera nostalgica.

Los tangos possono avere un ritmo più accelerato rispetto ai tientos, ma non esiste una regola universale, ed è la mano destra del chitarrista a determinare l‘”aire“ del brano. Versi e melodie di tientos e di tangos sono molto simili e diciamo abbastanza intercambiabili, anche se alcuni sono per tradizione adatti a una sola forma, e non verrebbero usati per l’altra.

Tipi di tangos

Esistono parecchie varianti di tangos, che presentano importanti differenze di struttura, di scala, di melodia, di tematica delle letras, di velocità, ma una caratteristica comune a tutti i tangos è il fatto di essere adatti alla danza.

Si diffonde in tutta la bassa Andalucía e in Extremadura.

Ecco una serie di possibili generi di tangos:

Tangos de Cádiz, in particolare Tango de Jerez o di Frijones

Tango de Málaga o del Piyayo Tangos de la Repompa Tango del guruguru (le cui letras terminano con un estribillo: “al guruguru, al guruguru, al guruguru ay”)

Tangos de Granada (quello con le maggiori varietà: Tangos del Cerro, Tangos del camino, Tango del Sacromonte…)

Tangos de Sevilla e in particolare de Triana Tango extremeño (creato dai gitani della Plaza Alta di Badajoz, in Estremadura, su influenza del Tango de Granada, con echi portoghesi, e reso famoso soprattutto dalle versioni discografiche di Camaron)

 

Il baile por tangos

Di solito si attribuisce lo sviluppo se non la creazione stessa del baile por Tangos e por Tientos al trianero Faíco (1880-1938) e al madrileno Joaquín el Feo (1880-1940).

Sono in pochi i bailaores che godono delle grandi possibilità di questo compás.

Il tango è sensuale ed emozionale, ed offre possibilità di sfumature. Va più in profondità rispetto ad una rumba gitana, con la quale condivide velocità e compás.

 

Il baile fa uso di ‘llamadas’ di uno o più compás, accentuate all’inizio della frase, simili a quelle usate nella Farruca. Il compás di tangos e tientos si presta all’improvvisazione. Oltre ad essere strutturato su misure di 8, gli artisti con esperienza sono in grado di elaborare frasi di 4 e persino di 2 tempi, spesso per seguire il cante. Questa flessibilità porta un arricchimento e rende possibile l’evoluzione costante di Tangos e Tientos.

 

Si interpreta con movimenti agili, aggraziati, vivaci, maliziosi e scherzosi. Si presta molto bene all’improvvisazione e favorisce l’interpretazione personale ed è un palo danzato anche da chi non è un esperto nel baile, non richiedendo necessariamente abilità professionali o capacità particolari che non siano la gioia di vivere e l’ironia.

 

Origini ed evoluzione del tango

Riguardo alle origini geografiche del tango, i flamencologi le individuano nella zona di Cádiz o in quella di Sevilla.

La data della sua comparsa è incerta, ma la tradizione orale della cultura gitana ne conferma l’esistenza, sia a Sevilla che a Cádiz e si può dire che a Triana si sia cantato por tangos da sempre per accompagnare la danza. Probabilmente gli antichi cantes usati nelle feste e per le danze fino al 1880 altro non erano che i progenitori dell’odierno tango. Le loro caratteristiche erano la danzabilità e la forte base ritmica, componenti tipiche delle zone di Jerez, Triana, Cádiz, Puerto Real e Puerto de Santa Maria. Seguendo la costa mediterranea della provincia di Cádiz giungono a Málaga, città nella quale acquisirono una particolare caratteristica: a differenza dei tangos di Cádiz o di Sevilla, i tangos di Jerez e di Málaga vengono influenzati più dalla zona geografica in cui nascono e si evolvono che dalla creatività del singolo interprete del genere. In realtà la natura stessa del tangos si presta ad una interpretazione molto personale che permette ad ogni cantaor di creare incessantemente, come accade per le bulerías, dando vita a continue innovazioni ed evoluzioni del palo.

 

A metà dell’800 il Tango diviene tanto di moda che spessissimo gli autori di Zarzuela, l’operetta spagnola, decidono di inserirlo nelle loro opere, alla ricerca del consenso del pubblico. A Jerez de la Frontera, Curro Frijones crea un tango personale, molto lento, che ha avuto seguito a Jerez.

Il tango a Málaga diviene ancor più legato alla libera e personale interpretazione del cantaor: La Pirula, La Repompa, El Piyayo fecero scuola.

 

Fondamentale nello sviluppo del palo è il contributo della sevillana Pastora Pavón “La Niña de los Peines”, che ha sviluppato il tango de Triana, colei che maggiormente lo divulgò e lo arricchì: addirittura deve il suo nome d’arte ad una letra por tango che la rese famosa ai suoi esordi:

“Peínate tú con mis peines

que mis peines son de azúcar

quien con mis peines se peina

hasta los dedos se chupa”

(Pettinati con imiei pettini/ che i miei pettini sono di zucchero/ Chi si pettina con i miei pettini/ si succhia persino le dita).

 

Grazie ad alcune figure di spicco del cante il tango ha potuto crescere artisticamente: Enrique El Mellizo, Aurelio de Cádiz, La Niña de los Peines, El Titi de Triana, Manuel Torre, Tomás Pavón, Juan Mojama, Manuel Vallejo, El Sevillano, El Borrico, Pepe de La Matrona, Antonio Mairena, La Perla de Cádiz…

Oggi giorno il tango fa parte del repertorio della maggior parte dei cantaores, che spessissimo cominciano lo spettacolo o il disco con un tango. Fra i cantaores di tangos di oggi possiamo raccomandare l’ascolto di José Mercé, Juana del Revuelo, La Macanita, José Menese, Aurora Vargas, Esperanza Fernandez ecc.

Da diversi anni i gitani dell’Estremadura, ed in particolare Juan Cantero, hanno diffuso una particolare forma di tango, che dè stata parecchio di moda nei tablaos di Madrid, e che da lì è entrata nell’uso dei cantaores.

Altre importanti innovazioni sono quelle apportate da José Monje Cruz “Camarón de la Isla e da Enrique Morente, che hanno sviluppato un modo di cantare tango che qualcuno considera quasi un altro palo, la canastera, originaria di Granada e in parte di Jaén.

Letras di Tango de Granada:

Ponte guapa Mariquilla

Que te voy a traer esta noche

A la feria de Sevilla

(Mettiti elegante, Mariquilla/ che ti porto questa sera/ Alla feria di Sevilla)

 

Gitana si me quisieras

Te compraria en Grana’

La mejor cueva que hubiera

(Gitana, se tu mi amassi/  ti comprerei a Granada/ la miglior cueva- le grotte dove vivevano tradizionalmente i gitani di Granada nel Sacromonte- che ci fosse)

 

Letras di Tango de Triana:

Triana Triana, que bonita está Triana

Que bonita está Triana

Cuando le ponen al puente

Las banderitas gitanas (anche Banderas republicanas)

(Triana, Triana, che bella è Triana/ Che bella è Triana/ quando mettono al suo ponte/ le bandiere gitane- o le bandiere repubblicane)

 

Mañana, Mañana, te van a prender mañana

A todos los ojitos moros

Los van a prender mañana

Y tu que negros los tienes

Tendrás que esconder la cara

(Domani, domani, ti prenderanno domani/ Tutti gli occhietti scuri/ li prenderanno domani/ e tu che li hai neri/ dovrai nascondere il viso)

Letra di tango di Cadice:

Si alguna vez vas por Cai pasa por barrio Santa María y tú verás a los gitanos como te cantan por alegría

(Se qualche volta vai a Cadice, passa nel quartiere di Santa Maria, e vedrai i gitani come cantano por Alegrias)

Coletilla tipica di Cadice:

Vales más millones que los clavelitos grana que se asoman por los balcones

(Vali più milioni/ dei garofani granata/ che si affacciano ai balconi)

Per le letras di Tango Extremeno vedere la pagina dedicata

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Struttura dei palos: Tangos https://mosaicoflamenco.com/struttura-dei-palos-tangos/ Mon, 30 Jul 2018 17:32:52 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=365 Tangos de Málaga e Tango del Piyayo Nella sua genesi si nota l’influenza d’oltremare, della musica americana, come tutti I tangos, ma ancora di più. La derivazione diretta dai tangos di Granada, più che...

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Tangos de Málaga e Tango del Piyayo

Nella sua genesi si nota l’influenza d’oltremare, della musica americana, come tutti I tangos, ma ancora di più.

La derivazione diretta dai tangos di Granada, più che da quelli della zona ovest dell’Andalusia, sembra molto chiara.

Il suo ritmo è in 4/4, come qualsiasi Tango, ma è molto lento e cadenzato, si presta bene ad essere danzato, in modo solenne ed espressivo.

Si suona in scala minore, ma nella parte finale, dopo il cambio di velocità, diviene più solare e scherzoso, e prosegue in tonalità maggiore.

E’ detto anche generalmente Tango del Piyayo, dal nome di un cantaor che lo rese famoso. El Piyayo era il nome d’arte di Rafael Flores Nieto, cantaor e chitarrista nato a Málaga nel 1864 e morto nel 1941. Il Tango che creò, sul tema dei Tangos di Málaga, ha un’aria che ricorda la Guajira: in gioventù El Piyayo era stato a Cuba, per la guerra e probabilmente era anche finito in prigione, e là apprese molti dei cantes che poi interpretava o comunque alle carceri dedicò i testi di molte letras di sua creazione.

Esempi di letras por Tango de Málaga:

Adiós Málaga la bella (o anche Adiós patio de la carcel)

Rincón de la barbería

Que a los que no tienen dinero

Les afeitan con agua fría

(Addio Malaga la bella- o anche Addio patio del carcere-/ Angolo del negozio di barbiere/ Che quelli che non hanno soldi/ Li radono con l’acqua fredda)

No empleeis la violencia

Diplomácia es lo mejor

Que así se ganan las guerras

Y gana siempre el mejor

(Non impiegate la violenza/ La diplomazia è la cosa migliore/ che così si incono le guerre/ E vince sempre il migliore)

Esempio di letra di cambio

Estando de guardia un día

En el Monte de Ginés

Me dije mi coronel

Ay que a donde pertenecía

Yo le dije Andalucía

De la quinta, capitán

Donde derraman la sal

De las mujeres bonitas

Y de los hombres valientes

Barrio de La Trinidad

(Stando di guardia un giorno/ sul Monte Ginés/ Il mio colonnello mi chiese/ A quale-divisione- appartenessi/ Gli dissi “Andalusia”/ Della quinta, capitano/ Dove diffondono il sale –le buone qualità-/ Delle belle donne/ E degli uomini coraggiosi/ Quartiere de “La Trinidad”)

Letra di Tango veloce in scala maggiore

Ay ay Que ganas tengo que llegue

El mes de los caracoles

Pa’ comprarle yo a mi niña

Una bata de colores

(Ay ay, Che voglia ho che arrivi/ Il mese delle chiocciole/ Per comprare alla mia bimba/ Un vestito colorato)

 

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La struttura dei palos: Tanguillos https://mosaicoflamenco.com/la-struttura-dei-palos-tanguillos/ Mon, 30 Jul 2018 17:29:54 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=363 Tanguillos Il Tanguillo è il Tango del Carnevale di Cádiz, tanto che spesso è stato definito Tango de Cádiz. Si costruisce su una frase ritmica molto vivace di 4 tempi, il primo dei quali...

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Tanguillos

Il Tanguillo è il Tango del Carnevale di Cádiz, tanto che spesso è stato definito Tango de Cádiz.

Si costruisce su una frase ritmica molto vivace di 4 tempi, il primo dei quali non si marca.

Il Tanguillo de Cádiz si balla in vari modi, ,ma soprattutto a coppie. Prevede passi ripetuti.

La copla di tanguillo è assolutamente priva di una struttura prestabilita. Spesso il palo presenta un estribillo. Le letras sono giocose, ironiche, addirittura satiriche, e ben esprimono lo spirito salace della gente gaditana, e si adattano ogni anno a temi diversi, prendendo spunto dall’attualità. Le letras sono narrative e spesso raccontano in sequenza una storia o una situazione.

Non si può evitare, parlando di Tanguillo, di menzionarne due interpreti: Pericón de Cádiz e il grandissimo Chano Lobato, maestro assoluto di quest’arte, recentemente scomparso.

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La struttura dei palos: Sevillanas https://mosaicoflamenco.com/la-struttura-dei-palos-sevillanas/ Mon, 30 Jul 2018 17:28:14 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=361 Sevillanas Sono quattro brevi danze, su musica di ritmo ternario, in 3/4 (o in 6/8), con accento sul primo tempo (o sul primo e sul quarto) e frasi musicali in cui anche un ascoltatore...

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Sevillanas

Sono quattro brevi danze, su musica di ritmo ternario, in 3/4 (o in 6/8), con accento sul primo tempo (o sul primo e sul quarto) e frasi musicali in cui anche un ascoltatore inesperto riconosce strutture di 6 tempi. Vengono ballate in coppia (uomo-donna o donna-donna) e sono nate per accompagnare e celebrare le feste popolari.

Prendono il nome dalla città di Siviglia, Sevilla, e sono danzate oggi in tutta l’Andalusia e in tutta la Spagna (e persino ben oltre i confini Iberici: anche qui in Italia è possibile ballarle, nel corso di feste a tema) da ogni genere di persone, al di là del loro stato sociale o della loro età, come celebrazione di festa e simbolo del legame con la “tierra” di Andalusia.

Costituiscono la parte più ludica e “accessibile” del panorama legato al Flamenco.

Funzione sociale

Storicamente le Sevillanas erano per i giovani un’occasione di incontro, magari alla ricerca di un partner per la vita, ma erano anche un modo per le famiglie per osservare le qualità di un giovane (o una giovane) che fosse legato sentimentalmente ad un loro figlio o fratello.

Nel corso del tempo, le Sevillanas si sono avvicinate al Flamenco, nelle sonorità e nelle movenze, per ovvie ragioni di coesistenza geografica, rimanendone però sempre del tutto distinte.

Un po’ di storia

Le Sevillanas derivano dalle “Seguidillas”, danze popolari che si ballavano in tutta la Spagna del XVI secolo. Queste danze nella città di Sevilla vennero influenzate dalle danze della ricca tradizione della zona, dando origine a Seguidillas particolari, dette appunto “Seguidillas Sevillanas”.

Nel XVIII secolo le Sevillanas ballate dai più ricchi vennero modificate, unendo alla tradizione popolare di Sevilla elementi provenienti dalla nascente “Scuola Bolera”, danza che univa la tradizione popolare delle Seguidillas spagnole con le tecniche sofisticate della nascente danza classica di scuola francese e italiana, che erano state create proprio con l’intento programmatico di distinguere la danza dei nobili da quella del volgo.

Ne esistono molti stili diversi, con varianti anche nella musica e nei temi del canto, a seconda della scuola, della zona e del tipo di funzione che hanno: Sevillanas Rocieras, legate alla tradizionale processione della Madonna del Rocio, Sevillanas Biblicas, i cui testi parlano di argomenti biblici, Sevillanas Corraleras, legate alla vita del coral, del cortile, Sevillanas Boleras, influenzate dalla Escuela Bolera, e molte altre.

La bellezza di questo genere di danza sta nella sua varietà: trattandosi di danza popolare, non si richiede una precisione millimetrica nell’esecuzione, lasciando così largo spazio all’espressione personale del gesto.

Il Film “Sevillanas” di Saura

Carlos Saura ha girato nel 1992 un bellissimo film dedicato alle Sevillanas, dal titolo, appunto, “Sevillanas”, nel quale ha coinvolto tutti i maggiori artisti del Flamenco del momento. Il film, oltre ad essere meravigliosamente curato nella messa in scena e nella fotografia, è interessante per indicare la varietà possibile nel genere. Si trova on line o nei negozi specializzati sul Flamenco: un vero must!

Il corteggiamento

Essendo state occasione di incontro nella tradizione, le Sevillanas nel loro insieme rappresentano un corteggiamento:

* la prima Sevillana simbolizza l’incontro fra il cavaliere, che deve mostrare la sua mascolinità, e la dama; che deve mostrare il suo fascino senza sbilanciarsi troppo… farsi guardare ma senza esagerare!

* la seconda simboleggia l’approccio più diretto, e termina con un abbraccio vorticoso

* la terza rappresenta la lite, ed è l’unica a prevedere la produzione di suoni al suolo con i piedi

* la quarta è la definitiva conquista.

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La struttura dei palos: malaguena https://mosaicoflamenco.com/la-struttura-dei-palos-malaguena/ Mon, 30 Jul 2018 17:23:18 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=357 Malagueña Come dice il termine stesso, indica cantes tipici della regione di Málaga. La Malagueña è considerato il capostipite di tutti i cantes de Levante, i cantes flamenchi tipici della Spagna sud orientale. Nasce...

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Malagueña

Come dice il termine stesso, indica cantes tipici della regione di Málaga.

La Malagueña è considerato il capostipite di tutti i cantes de Levante, i cantes flamenchi tipici della Spagna sud orientale.

Nasce da antichi fandangos di Málaga e nella prima metà del secolo XIX se ne distacca n pieno divenendo un palo flamenco a sé stante grazie all’opera creativa dei suoi primi interpreti

Al giorno d’oggi non si tratta di un cante da baile, anche se non mancano le occasioni in cui qualche bailaor lo ha coreografato, come nel caso di Eva la Yerbabuena o di Milagros Mengibar, ma un cante da ascolto.

La malagueña è un cante di una complessità e profondità flamenca fuori dal comune. E’ senaza dubbio un cante che richiede molte capacità tecniche ed interpretative, buona vocde, ottimi polmoni, espressività e generosità.

Si tratta di un cante senza compás, anche se risulta comunque più cadenzato rispetto ad altri fandangos libres, e quindi il cantaor, una volta indicato l’inizio del suo cante, non può più “appoggiarsi” alla chitarra, aspettando che il compás stesso, segnalato dai cambi di tono della chitarra, lo guidi nella melodia. Perciò qualsiasi esitazione o errore si noterà senza scampo.

Le Malagueñas terminano solitamente con un cambio di atmosfera e vanno in abandolao, ad esempio in Rondeña o in Jabera o in Verdiales.

L’abandolao entra subito dopo il cierre di Malagueña, e la chitarra deve cominciare a marcare il compás in 12 senza fermarsi, entrando direttamente.

I temi dei cantes por malagueña sono spesso teneri, dedicati alla vita, all’affetto, alla rasseganzione alla sofferenza normale nella vita, ed il cui ricordo rimane quasi dolce e consolatorio

Dal punto di vista musicale, la malagueña proviene del fandango abandolao, che si fa lento e si libera dell’eco del suono della bandolá, per appoggiarsi alla chitarra. Si può addirittura affermare che la malagueña sia frutto di una simbiosi fra il cante e la chitarra, alla quale la voce stessa del cantaor fornisce una personalitò ogni volta diversa, tanto che ci sono tante malagueñas che portano il nome del loro interprete: Trini, Canario, Fosforito el Viejo, Mellizo, Chacón, Niño de Vélez, Baldomero Pacheco, El Perote, Chato de las Ventas, ecc…

La malagueña ha forse origini arabe, e senza dubbio accoglie echi di soleares, caña e dei cantes mineros.

Ebbe un periodo di splendore e di grande diffusione nei cafés cantantes, grazie ad interpreti geniali, come Don Chacón, La Trini, Fosforito, El Canario, che proseguì anche successivamente, al tempo della diffusione dell’ópera flamenca.

Fra gli interpreti accreditati di oggi possiamo ricordare Fosforito, Antonio de Canillas, Enrique Morente, Jarrito, Manuel Mairena, Luis Caballero, Naranjito de Triana, José Sarroche, Luis de Córdoba, Gabriel Moreno, e fra i cantaores storici furono notevoli in questo campo Manuel Centeno, Bernardo el de los Lobitos, Juan de la Loma, Aurelio de Cádiz, El Flecha de Cádiz, La Niña de los Peines, Manolo Caracol, Niño de Cabra, Manolo Vargas, Pericón de Cádiz, Cobitos…

La chitarra nella Malagueña

La chitarra lo accompagna sempre suonando por arriba, rispettando l’atmosfera emozionale del palo: il suono della chitarra si deve fondere totalmente con la voce del cantaor. Il tessuto melodico dell’accompagnamento al cante por Malagueñas deve essere ricoo di arpeggi, tremoli, abbellimenti.

La chitarra può anche accompagnare in tono di taranta e in tono di granaína.

La chitarra suona sempre con un “aire abandolao”, ricreando una atmosfera particolare, tipica, e a volte si sentono riecheggiare i toni delle soleares, per assonanza di scala musicale, tanto che la chitarra suona spesso come introduzione por Malagueñas una falseta di solea.

Molte sono le varietà di Malagueñas, grazie alla creatività individuale dei suoi interpreti che spesso ne hanno fatto versioni nuove, molto personali e insieme molto fedeli allo spirito della “comarca”, della regione cantaora Malagueña, anche se magari erano cantaores originari di alttre zone di Spagna. Si potrebbe quasi dire che la fusione fra cante e chitarra è così profonda por Malagueñas che ogni Malagueña potrebbe prendere il nome dal suo interprete, perché ognuna risente fortemente della personalità dell’interprete.

La caratteristica comune a tutte le Malagueñas è l’accompagnamento della chitarra: l’introduzione non ci dice che tipo di Malagueña stiamo per ascoltare e non si coglie neppure dopo l’inizio del cante: per essere certi di quale tipo di Malagueña si tratti sarà necessario aspettare il primo tercio della letra. Ovviamente molte Malagueñas si assomigliano tantissimo fra loro e solo l’orecchio di un esperto può destreggiarsi senza difficoltà in questo campo.

Il cante por Malagueña

La copla di Malagueña presenta 4 o 5 versi ottosillabi, con rima ABAB assonante o consonante (cioè identica o simile), che solitamente diventano sei grazie alla ripetizione del primo o del terzo verso.

Fra le Malagueñas di creazione personale di eminenti cantaores originari dalla comarca di Malaga che sono poi divenute patrimonio generale del flamenco possiamo citare: la Malagueña del Canario, intensa e brillante è stata probabilmente origine di altre Malagueñas; quella di Juan El Perote, che ricorda atmosfere musicali rurali; quella di Tabaco e quella di Cachorro, tipiche di Álora, località che gli studiosi individuano come la culla della Malagueña, ambedue ormai piuttosto obsolete; quella de La Trini, forse la più importante fra tutte e di certo la più difficileda eseguire; quella de El Caribe, che fu una delle più antiche; quella del Maestro Ojana, che ne ispirò altre; quella de La Chirrina, ormai probabilmente persa; quella di Chilanga, variante di quella de La Trini; qulla di el Alpargatero de Málaga; quella di Diego El Perote, di Álora; quella del Niño de Vélez, influenzata da Chacón, ma con carattere personale; quella di Pitana, che si basa su quella de La Chirrina; quella di Baldomero Pacheco e di El Pena padre.

Per quanto riguarda le Malagueñas create da cantaores che provenivano da altre zone possiamo ricodare: quella de El Marrurro, che creò una Malagueña simile a quella di Enrique El Mellizo, solenne e musicalmente originale, che in qualche modo si distacca dalla tradizione del palo. La Malagueña del Mellizo fu una vera rivoluzione ed ha una grande forza. Da citare anche quella di Fosforito, che ne ha ispirate molte altre; quella di Fernando el de Triana, del Niño de la Isla, del Chato de Las Ventas, di Gayarrito e di Personita, tutti di origine gaditana.

Discorso a parte occorre fare per l’apporto allo sviluppo della Malagueña fatto dal genio jerezano don Antonio Chacón, che è stato determinante nell’evoluzione del genere.

Chacón crea variazioni che rendono il palo più completo, lo ingrandiscono, lo diffondono facendolo diventare un fenomeno ben al di là dell’essere un cante locale. Don Antonio Chacón aveva la capacità di rendere molti cantes, che erano magari deboli e con poco carattere, jondos e complessi.

Un esempio di letra:

Se compran/ Todas las cosas de este mundo/ se compran con los caudales./ Pero no se puede comprar/ el cariño de una madre/ siendo la única verdad.

(si comprano tutte le cose del mondo/ si comprano con i soldi/ però non si può comprare l’affetto di una madre/ che è l’unica cosa vera)

 

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La struttura dei palos: Garrotin https://mosaicoflamenco.com/la-struttura-dei-palos-garrotin/ Mon, 30 Jul 2018 17:14:28 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=353 Garrotín Garrotín deriva etimologicamente da “garrote” bastone spesso e resistente, e ancora più direttamente da “garrotiada”, parola  asturiana che indica la trebbiatura (trilla) fatta a bastonate, nella quale i lavoranti si riunivano per sgranare...

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Garrotín

Garrotín deriva etimologicamente da “garrote” bastone spesso e resistente, e ancora più direttamente da “garrotiada”, parola  asturiana che indica la trebbiatura (trilla) fatta a bastonate, nella quale i lavoranti si riunivano per sgranare il grano a colpi di bastone, cosa che indica quanto il Garrotin sia da collegare ai canti di tipo “trillero”.

Detto per inciso, i canti trilleros derivano da antichi canti che erano molto in voga nel Mediovo.

Dato il carattere precario dei lavoratori stagionali dei campi, e le loro condizioni  di non completa sedentrietà, non deve stupire che tutti i canti di lavoro agricolo della penisola presentino fra di looro delle similitudini, ancorché indipendenti dal legame della lingua, che sia castigliana, valenciano, galiziano o maiorchino, cosa che è facile verificare sfogliando la “Magna Antologia Folklorica” di Garcia Matos.

Pastora Pavon lo evolse e lo arricchì, rendendolo non più soltanto cante di accompagnamento al baile ma anche cante de alante, solo da ascolto. In questo modo lo hanno cantato anche tanti altri,come Antonio Mairena, José Menese e soprattutto Rafael Romero, che ne è stato un grande interprete.
Degna di nota l’interpretazione del Garrotín per chitarra di Manolo Sanlucar e quella di Rafael Riqueni.

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Struttura dei Palos: Farrucca https://mosaicoflamenco.com/struttura-dei-palos-farrucca/ Mon, 30 Jul 2018 17:12:39 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=351 Farrucca La Farruca è un palo aflamencado di origine galiziana, con copla composta di 4 versi ottosillabi con rima ABCB. Il ritmo è di 4/4. Viene suonata normalmente in tonalità di La minore. Nei solo...

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Farrucca

La Farruca è un palo aflamencado di origine galiziana, con copla composta di 4 versi ottosillabi con rima ABCB.
Il ritmo è di 4/4.
Viene suonata normalmente in tonalità di La minore. Nei solo di chitarra la si può suonare in Mi minore o in Re minore (in tal caso, accordando la sesta corda della chitarra in Re).
E’ molto cadenzato e malinconico.

L’adattamento definitivo al Flamenco si ha all’inizio del ‘900, grazie a El Loli, per primo, e poi a Manuel Torre (1878 – 1933), il quale molto probabilmente attribuì a questo cante la sua grazia. Pochi anni dopo, il cante por Farruca raggiunse grandissima fama, all’epoca in cui fu cantato nell’opera “Alma de Dios” da una voce femminile di falsetto, e la sua popolarità è dimostrata dall’esistenza di molte incisioni discografiche dell’epoca, negli anni ’20 e ’30.

 

Origine del termine

Il termine “farruca” viene da farruco, parola con cui gli andalusi e anche i cubani indicavano il Galiziano o l’Asturiano appena uscito dalla sua terra d’origine. L’origine etimologica di Farruco viene dall’arabo Faruq, coraggioso. La Galizia è una regione Spagnola,  situata a nord-ovest, a nord del Portogallo, e Asturias è una regione limitrofa.

La malinconia del cante può venire dal fatto che la forte emigrazione gallega verso le americhe a partire dal secolo XIX  faceva nascere la nostalgia per la terra di Spagna, e anche le donne che invece erano rimaste in Spagna provavano nostalgia per gli uomini di famiglia, emigrati.
Il cante por Farruca non si ascolta, oggi giorno, molto spesso. Viene usato soltanto per accompagnare il baile. La Farruca è sicuramente più interessante come baile che come cante.

Anche nella migliore delle ipotesi, il cante è statico e cadenzato, ricorda le canzoni folkloristiche di Italia, Francia e Germania, ed in generale limita il potenziale espressivo del baile.
Si ritiene che la Farruca sia stata all’origine un baile asturiano, che giunse al Porto di Cádiz e assunse il compás de los tangos de Cádiz, cioé un 4/4, simile alla Zambra

 

La Farruca per il toque

La Farruca come genere chitarristico fu coltivata magistralmente da Ramón Montoya, Sabicas, Niño Ricardo, Luis Maravillas, Serranito, Niño Miguel, Enrique Melchor, José Antonio Rodríguez, Manolo Sanlucas e Paco de Lucia, e si può dire che sia diventata un palo molto amato dai chitarristi flamenchi.

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Struttura dei palos: Fandango https://mosaicoflamenco.com/struttura-dei-palos-fandango/ Mon, 30 Jul 2018 17:09:23 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=349 Fandango Il fandango rappresenta sicuramente l’argomento più complesso e ampio del flamenco, e si può considerare una pietra miliare dell’intero impianto del flamenco. Il flamenco stesso nasce da semplici origini popolari folkloristiche, che furono...

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Fandango

Il fandango rappresenta sicuramente l’argomento più complesso e ampio del flamenco, e si può considerare una pietra miliare dell’intero impianto del flamenco. Il flamenco stesso nasce da semplici origini popolari folkloristiche, che furono elaborate da singoli artisti dotati di grandi capacità creative ed interpretative. I temi tipici delle letras di fandango fanno riferimento alla saggezza popolare, sono massime di vita, insegnamenti da seguire.

Il fandango è un genere musicale che esiste in parecchie regioni di Spagna. Si caratterizza per le sue melodie semplici e ballabili, su un compás ternario, ma è in Andalucía che acquisisce una personalità più marcata e particolare. La maggiore forza del flamenco si sviluppa nelle province di Málaga e Cordoba, da un alto e di Huelva dall’altro.

Il fandango di Malaga porta allo sviluppo di cantes grandes, a partire dai Verdiales e dai fandangos abandolaos popolari, e giungendo ad alte vette espressive, in cui i fandango si libera dei vincoli del compas e diventa libre, senza ritmo, per dare all’interprete la maggiore libertà espressiva, e prende il nome di Fandango Grande,  o dà luogo a generi specifici, come ad esempio la Malagueña o la Taranta, mentre quello di Huelva rimane più o meno isolato nella sua zona d’origine, giungendo appena a lambire la provincia di Sevilla.

Forse l’origine del termine fandango viene da una deformazione del vocabolo portoghese fado, che indica la musica e la danza tipica del Portogallo, ma l’ipotesi non è confermata.

Da un punto di vista musicale, il fandango è una forma semplice, accompagnata dalla danza e da una strofa cantata, di chiara origine araba che si diffuse in tutta Spagna, prendendo moni diversi nelle varie zone. Si noti che la musica popolare del Marocco, soprattutto nel nord del paese, si caratterizza per un ritmo in 6/8 molto simile a quello del fandango, per l’abitudine di concludere la frase musicale con commenti sonori e ritmici, da parte di chi danza e di chi suona e per un grande uso del contrattempo.

 

Si possono genericamente riconoscere varie aree di diffusione del fandango, con differenze musicali notevoli:

1.Malaga e Cordoba: Verdiales, Fandango di Juan Breva, Rondeñas, Jabegote, Jaberas, Fandango de Lucena, de Cabra, di Puente Genil (zangano), Fandango di Almería, La Peza, Güejar Sierra. Di qui Malaguenas, Granainas ecc

2.Granada: Granaina, Media Granaina e Fandango de Granada

3.Jaén, Regione Murcia e Cartagena: Cante de las minas- Taranta. Murciana, Cartagenera, Minera, Taranto, Levantica, Fandango minero

4.Huelva: Alosno, Huelva, la Conejilla, El Cerro, Cumbres Mayores, Encinasola. Paymogo, Puebla de Guzmán, Valverde del Camino, Santa Bárbara, Villanueva, Cortegana, Cabezas Rubias, Almonaster la Real, El Almendro…

5.Fandangos personales, creazione di uno specifico cantaor: Manuel Torre, Manolo Caracol, Frasquito Yerbagüena, Cepero, Niño Gloria, Curruco, Macandé, Carbonerillo, Palanca, El Sevillano, Marchena, Aznalcóllar, etc…

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