Malaguena | Mosaico Flamenco https://mosaicoflamenco.com Il portale italiano della cultura del flamenco Mon, 30 Jul 2018 17:23:18 +0000 it-IT hourly 1 La struttura dei palos: malaguena https://mosaicoflamenco.com/la-struttura-dei-palos-malaguena/ Mon, 30 Jul 2018 17:23:18 +0000 https://mosaicoflamenco.com/?p=357 Malagueña Come dice il termine stesso, indica cantes tipici della regione di Málaga. La Malagueña è considerato il capostipite di tutti i cantes de Levante, i cantes flamenchi tipici della Spagna sud orientale. Nasce...

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Malagueña

Come dice il termine stesso, indica cantes tipici della regione di Málaga.

La Malagueña è considerato il capostipite di tutti i cantes de Levante, i cantes flamenchi tipici della Spagna sud orientale.

Nasce da antichi fandangos di Málaga e nella prima metà del secolo XIX se ne distacca n pieno divenendo un palo flamenco a sé stante grazie all’opera creativa dei suoi primi interpreti

Al giorno d’oggi non si tratta di un cante da baile, anche se non mancano le occasioni in cui qualche bailaor lo ha coreografato, come nel caso di Eva la Yerbabuena o di Milagros Mengibar, ma un cante da ascolto.

La malagueña è un cante di una complessità e profondità flamenca fuori dal comune. E’ senaza dubbio un cante che richiede molte capacità tecniche ed interpretative, buona vocde, ottimi polmoni, espressività e generosità.

Si tratta di un cante senza compás, anche se risulta comunque più cadenzato rispetto ad altri fandangos libres, e quindi il cantaor, una volta indicato l’inizio del suo cante, non può più “appoggiarsi” alla chitarra, aspettando che il compás stesso, segnalato dai cambi di tono della chitarra, lo guidi nella melodia. Perciò qualsiasi esitazione o errore si noterà senza scampo.

Le Malagueñas terminano solitamente con un cambio di atmosfera e vanno in abandolao, ad esempio in Rondeña o in Jabera o in Verdiales.

L’abandolao entra subito dopo il cierre di Malagueña, e la chitarra deve cominciare a marcare il compás in 12 senza fermarsi, entrando direttamente.

I temi dei cantes por malagueña sono spesso teneri, dedicati alla vita, all’affetto, alla rasseganzione alla sofferenza normale nella vita, ed il cui ricordo rimane quasi dolce e consolatorio

Dal punto di vista musicale, la malagueña proviene del fandango abandolao, che si fa lento e si libera dell’eco del suono della bandolá, per appoggiarsi alla chitarra. Si può addirittura affermare che la malagueña sia frutto di una simbiosi fra il cante e la chitarra, alla quale la voce stessa del cantaor fornisce una personalitò ogni volta diversa, tanto che ci sono tante malagueñas che portano il nome del loro interprete: Trini, Canario, Fosforito el Viejo, Mellizo, Chacón, Niño de Vélez, Baldomero Pacheco, El Perote, Chato de las Ventas, ecc…

La malagueña ha forse origini arabe, e senza dubbio accoglie echi di soleares, caña e dei cantes mineros.

Ebbe un periodo di splendore e di grande diffusione nei cafés cantantes, grazie ad interpreti geniali, come Don Chacón, La Trini, Fosforito, El Canario, che proseguì anche successivamente, al tempo della diffusione dell’ópera flamenca.

Fra gli interpreti accreditati di oggi possiamo ricordare Fosforito, Antonio de Canillas, Enrique Morente, Jarrito, Manuel Mairena, Luis Caballero, Naranjito de Triana, José Sarroche, Luis de Córdoba, Gabriel Moreno, e fra i cantaores storici furono notevoli in questo campo Manuel Centeno, Bernardo el de los Lobitos, Juan de la Loma, Aurelio de Cádiz, El Flecha de Cádiz, La Niña de los Peines, Manolo Caracol, Niño de Cabra, Manolo Vargas, Pericón de Cádiz, Cobitos…

La chitarra nella Malagueña

La chitarra lo accompagna sempre suonando por arriba, rispettando l’atmosfera emozionale del palo: il suono della chitarra si deve fondere totalmente con la voce del cantaor. Il tessuto melodico dell’accompagnamento al cante por Malagueñas deve essere ricoo di arpeggi, tremoli, abbellimenti.

La chitarra può anche accompagnare in tono di taranta e in tono di granaína.

La chitarra suona sempre con un “aire abandolao”, ricreando una atmosfera particolare, tipica, e a volte si sentono riecheggiare i toni delle soleares, per assonanza di scala musicale, tanto che la chitarra suona spesso come introduzione por Malagueñas una falseta di solea.

Molte sono le varietà di Malagueñas, grazie alla creatività individuale dei suoi interpreti che spesso ne hanno fatto versioni nuove, molto personali e insieme molto fedeli allo spirito della “comarca”, della regione cantaora Malagueña, anche se magari erano cantaores originari di alttre zone di Spagna. Si potrebbe quasi dire che la fusione fra cante e chitarra è così profonda por Malagueñas che ogni Malagueña potrebbe prendere il nome dal suo interprete, perché ognuna risente fortemente della personalità dell’interprete.

La caratteristica comune a tutte le Malagueñas è l’accompagnamento della chitarra: l’introduzione non ci dice che tipo di Malagueña stiamo per ascoltare e non si coglie neppure dopo l’inizio del cante: per essere certi di quale tipo di Malagueña si tratti sarà necessario aspettare il primo tercio della letra. Ovviamente molte Malagueñas si assomigliano tantissimo fra loro e solo l’orecchio di un esperto può destreggiarsi senza difficoltà in questo campo.

Il cante por Malagueña

La copla di Malagueña presenta 4 o 5 versi ottosillabi, con rima ABAB assonante o consonante (cioè identica o simile), che solitamente diventano sei grazie alla ripetizione del primo o del terzo verso.

Fra le Malagueñas di creazione personale di eminenti cantaores originari dalla comarca di Malaga che sono poi divenute patrimonio generale del flamenco possiamo citare: la Malagueña del Canario, intensa e brillante è stata probabilmente origine di altre Malagueñas; quella di Juan El Perote, che ricorda atmosfere musicali rurali; quella di Tabaco e quella di Cachorro, tipiche di Álora, località che gli studiosi individuano come la culla della Malagueña, ambedue ormai piuttosto obsolete; quella de La Trini, forse la più importante fra tutte e di certo la più difficileda eseguire; quella de El Caribe, che fu una delle più antiche; quella del Maestro Ojana, che ne ispirò altre; quella de La Chirrina, ormai probabilmente persa; quella di Chilanga, variante di quella de La Trini; qulla di el Alpargatero de Málaga; quella di Diego El Perote, di Álora; quella del Niño de Vélez, influenzata da Chacón, ma con carattere personale; quella di Pitana, che si basa su quella de La Chirrina; quella di Baldomero Pacheco e di El Pena padre.

Per quanto riguarda le Malagueñas create da cantaores che provenivano da altre zone possiamo ricodare: quella de El Marrurro, che creò una Malagueña simile a quella di Enrique El Mellizo, solenne e musicalmente originale, che in qualche modo si distacca dalla tradizione del palo. La Malagueña del Mellizo fu una vera rivoluzione ed ha una grande forza. Da citare anche quella di Fosforito, che ne ha ispirate molte altre; quella di Fernando el de Triana, del Niño de la Isla, del Chato de Las Ventas, di Gayarrito e di Personita, tutti di origine gaditana.

Discorso a parte occorre fare per l’apporto allo sviluppo della Malagueña fatto dal genio jerezano don Antonio Chacón, che è stato determinante nell’evoluzione del genere.

Chacón crea variazioni che rendono il palo più completo, lo ingrandiscono, lo diffondono facendolo diventare un fenomeno ben al di là dell’essere un cante locale. Don Antonio Chacón aveva la capacità di rendere molti cantes, che erano magari deboli e con poco carattere, jondos e complessi.

Un esempio di letra:

Se compran/ Todas las cosas de este mundo/ se compran con los caudales./ Pero no se puede comprar/ el cariño de una madre/ siendo la única verdad.

(si comprano tutte le cose del mondo/ si comprano con i soldi/ però non si può comprare l’affetto di una madre/ che è l’unica cosa vera)

 

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