I miti del flamenco: Angelita Vargas e Antonio Canales
Angelita Vargas
Inizia la sua carriera a soli tre anni. A otto già si esibiva in festival in tutta la Spagna, conosciuta da tutti come “La Gitanilla”. Lavora nel tablao di Madrid, “Las Brujas” e partecipa all’acclamato spettacolo “Flamenco Puro” che ha un successo enorme a Parigi, durante il Festival d’Automne, e a New York, dove rimane un’intera stagione a Broadway.
Insieme con la sua famiglia balla al Teatro Lope de Vega nell’ambito della VI Bienal de Arte Flamenco di Sevilla. Interviene come solista nello spettacolo “La diosa”, rappresentato a Madrid e a Sevilla.
Nel 1997 balla al Teatro Lope de Vega con Aurora Vargas nello spettacolo “Azabache y Coral”. Nel 1998 balla in “Huellas: Antología de un tiempo” al Teatro de la Maestranza di Sevilla. Alla Expo di Lisbona del 1998 presenta il suo gruppo e fa una tournée nell’ambito del progetto “El Flamenco y el Son Cubano” promosso dalla Diputación di Sevilla.
Nello stesso anno fa una lunga tournée in Giappone con la sua compagnia e ottiene grande successo alla Queen Elisabeth Hall di Londrae al National Concert Hall di Dublino.
Alla X Bienal de Arte Flamenco, partecipa con il suo gruppo allo spettacolo “Extremo Puro”, che sottolineava il particolare stile della sua andalucia natale.
Nel 1999 Angelita riporta il suo gruppo al Teatro Lope de Vega d Sevilla, nell’ambito del Ciclo Noches Flamencas, e porta in Olanda lo spettacolo “Una noche de flamenco puro”.
Interviene anche nel Festival Musiktriennale di Colonia, evento tedesco di massimo prestigio.
Antonio Canales, 1961, Sevilla
“Oggi chi capisce davvero il flamenco è colui che ha un cuore grande”
Figlio della bailaora Pastora de los Reyes, allieva di Enrique el Cojo, e nipote del cantaor José Canales, Antonio Gómez de los Reyes nasce nel 1961 a Siviglia e già nei suoi geni è segnato il suo destino nel mondo del Flamenco.
Lavorò ancora ragazzino come operaio in una fabbrica, e a soli 19 anni fu scelto come ballerino per il Ballet Nacional. Si trasferì a Madrid, dove giunse ad essere solista del Ballet Nacional per tre anni, lavorando anche in diverse compagnie, fino a crearne una tutta sua, nel 1992.
Nel 1988 riceve in Italia il Premio Navisela al Miglior Ballerino.
Ha ballato nei teatri di mezzo mondo, insieme con artisti del calibro di Nureyev, Maya Plisetskaya, Carla Fracci o Julio Bocca (con cui nel 1990 condivide il Premio al Mejor Bailarín Internacional Ciudad de México), e fa esperienza di palco con altri tipi di danza, ad esempio con la compagnia di Maguy Marin ancora giovanissimo, nel 1981.
Nel 1992, Antonio Canales debutta con la sua compagnia a Bilbao con le coreografie “A ti, Carmen Amaya” e “Siempre Flamenco”.
Il maggior successo internazionale arriva con “Torero”, nel 1993, con cui ottiene il Premio Nacional de Danza nel 1995 e con il quale compie una quantità impressionante di repliche in tutto il mondo. Riceve la Medalla de Andalucía e il Premio Max al Mejor Espectáculo de Danza per “Gitano”, l’opera che lancia Sara Baras come star e che vede Antonio premiato due volte, come miglior ballerino e per lo spettacolo stesso, dalla Società degli Autori Spagnoli. Creatore instancabile e di una prodigiosa prolificità, ha portato in scena numerose opere, fra le quali “Narciso y Triana” (1995), “Arrieritos somos” (1996), “Bengues” (1997), “Guernica” (1998), “Raiz”(1999), “Fuerza Latina”(1999) con Juana Amaya, “A ciegas”, “La Cenicienta”(2000), “Prometeo” (2000), “Bailaor” (2000)…, creando anche varie coreografie nel repertorio del Ballet Nacional de España.
Nel marzo del 2002, pubblica la sua prima novella, “Sangre de Albero”.
Alla Bienal di Sevilla del 2002 presenta “Minotauro”. Nel 2003 crea “Ojos Verdes”.
L’ultimo spettacolo è “Carmen, Carmela”, con Lola Greco, del 2004.
Partecipa alla registrazione del disco “De Akí A Ketama” dei Ketama.
Al suo attivo ha anche ruoli di attore cinematografico: a fianco di Cristina Hoyos in “Montoyas y Tarantos”, film candidato all’Oscar nel 1990, come protagonista in “Vengo”, per la regia di Tony Gatlif, nel 1999, e nel più recente film “Duende”.
Canales è senza dubbio un personaggio molto discusso nel mondo del Flamenco. Di lui si dice di tutto, di solito facendo riferimento a suoi atteggiamenti un po’ divistici o a certi eccessi, legati alla complessità del suo modo di essere. A prescindere dalla futilità di discorsi sul personaggio pubblico, Antonio Canales è stato ed è una figura chiave nella storia del Flamenco. Ha creato modi, gesti e un gusto per i suoni che dopo di lui si sono diffusi come un patrimonio comune a tutti, e si sono integrati nel Flamenco così tanto che non ci si ricorda più chi li ha usati per primo.
Il suo corpo massiccio non sembrava essere nato per danzare, ma Canales lo ha usato con intelligenza, creandosi uno stile speciale, adatto proprio all’impatto che un corpo così imponente può avere sulla scena. Vederlo sul palcoscenico ci fa capire con chiarezza che quello è il posto che preferisce!